Non capita tutti i giorni di attraversare tre stati con un solo treno. Per questo ho voluto provare l’Eurocity da Milano a Francoforte
Quando mi si è presentata l’occasione di un viaggio a Mannheim per andare a trovare la più giovane delle mie sorelle in Erasmus, non ho saputo resistere dal provare di nuovo l’ebbrezza di un lungo viaggio su rotaie.
Quasi tutte le persone sensate, dopo aver visto i prezzi e le ore di viaggio, avrebbero scartato l’idea a prescindere: sette ore di treno rispetto ad un’ora e mezza di volo ad un prezzo decisamente più alto rispetto alle compagnie aeree low cost.
Solo un folle avrebbe scelto di spostarsi via terra rispetto ad un comodo e veloce viaggio aereo, perciò sappi che quello che andrai a leggere è chiaramente il racconto di una mente contorta.
Dopo averne parlato con l’altra sorella che mi avrebbe accompagnata, e che si è dimostrata più pazza di me nel seguirmi in questa impresa, in poco tempo avevo già acquistato i biglietti per l’Eurocity da Milano a Francoforte, pronta a partire per quella che si sarebbe rilevata una lunga e avventurosa traversata tra Italia, Svizzera e Germania.
Viaggiare da Milano a Francoforte in treno con Eurocity
Il nostro viaggio verso Francoforte con il treno Eurocity di Trenitalia è iniziato dal binario 4 della stazione di Milano Centrale.
Una volta a bordo abbiamo cercato i posti che avevamo prenotato in fase di acquisto su Trainline. Riconoscerli è semplice visto che sopra a ciascuna fila sono presenti i numeri dei sedili e un display in cui è riportata la stazione di partenza e quella di arrivo per i posti prenotati, mentre su quelli liberi si trova la scritta “libero” in diverse lingue.
Prenotare il posto in treno non è obbligatorio, ma visto che il viaggio fino a Mannheim dura circa sette ore abbiamo preferito farlo per avere un posto assicurato e la certezza di viaggiare vicine.
Durante la prima ora il treno è rimasto in Italia attraversando le stazioni di Stresa e Domodossola, l’ultima fermata prima di attraversare il confine. Da qui sono iniziati i controlli doganali ad opera della polizia svizzera e di quella italiana, che hanno verificato i documenti e ispezionato a tappeto alcuni bagagli. Subito dopo è passato anche un controllore svizzero per il secondo controllo biglietti del viaggio.
Nel frattempo il magico paesaggio autunnale svizzero ci ha accompagnati verso Brig, Spiez e il lago di Thun prima di arrivare a Berna e a Basilea.
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Quando ormai ci sentivamo completamente rilassate ed immerse nella seducente lentezza del viaggio, un annuncio ha interrotto il nostro incantesimo. Lo speaker ricordava ai viaggiatori che stavamo per entrare in Germania dalla stazione di Friburgo e sul suolo tedesco era obbligatorio indossare la mascherina sui mezzi pubblici.
A quel segnale io e mia sorella abbiamo notato con sgomento che i passeggeri intorno a noi sfoderavano dai loro zaini le suddette protezioni facciali, mentre io e lei eravamo impietrite dalla consapevolezza di averle lasciate a casa.
Dopo un attimo di panico, ho deciso di tentare la sorte chiedendo agli unici passeggeri del nostro vagone che parlavano italiano se avessero delle mascherine in più. Per fortuna devo avergli fatto abbastanza compassione, dato che sono riuscita a scroccarne un paio e sono ritornata al mio posto giusto in tempo per evitare una multa o, peggio, che ci facessero scendere dal treno. Infatti dopo pochi minuti sono passate altre guardie doganali e un controllore per il terzo e ultimo controllo di biglietti e documenti.
A parte questo inconveniente, il viaggio è proseguito tranquillo per un altro paio d’ore in cui, sui sedili liberi affianco ai nostri, si sono avvicendati diversi personaggi interessanti. Tra questi è degno di nota un presunto direttore d’orchestra, che è stato seduto accanto a me durante il viaggio da Ringsheim a Mannheim, e che ha trascorso tutto il tempo, spartiti alla mano, allenandosi nella direzione di una banda immaginaria.
Verso le 18, dopo sette ore di viaggio, tre stati attraversati e un controllo doganale al cardiopalma, siamo arrivate incredibilmente incolumi alla stazione di Mannheim, ad una sola fermata da Francoforte.
Come si viaggia su un treno Eurocity di Trenitalia
Il treno Eurocity è uno dei più comodi su cui mi sia capitato di viaggiare.
I sedili hanno il poggitesta imbottito (cosa non da poco per un treno italiano) e possono essere leggermente abbassati per garantire un maggiore comfort.
In seconda classe la maggior parte dei posti sono disposti a salottini di quattro con tavolino centrale e lo spazio per le gambe è leggermente più ampio rispetto ad altri tipi di treno. In mezzo a due sedili è presente una lampada da lettura e una presa di corrente per caricare telefoni e computer.
Le cappelliere sono abbastanza spaziose, anche se in certi punti sono più basse e non permettono di riporre bagagli più grandi, che devono per forza essere lasciati nei portabagagli all’inizio delle carrozze. La cosa comoda è che i trolley e gli zaini più piccoli possono essere riposti negli spazi tra due file di sedili, senza dover per forza usare le cappelliere.
Su ogni carrozza sono presenti diversi schermi che permettono di vedere a rotazione il percorso, la posizione del treno su una cartina in tempo reale, una mappa del treno e le fermate successive.
Tra la prima e la seconda classe è presente anche una carrozza ristorante dove acquistare panini, piatti pronti, snack e bevande.
Tirando le somme, a parte il prezzo un po’ sopra la media e le lunghe ore di viaggio, viaggiare su un treno Eurocity diretto in Germania si è rilevata una piacevolossima esperienza.
Il tempo da far passare può sembrare molto, ma tra una chiacchiera, un libro, un po’ di musica e un giro al vagone ristorante, il viaggio passerà molto più in fretta di quanto pensi. Inoltre, spostandoti in treno avrai la possibilità di ammirare panorami stupendi che sarebbero impossibili da vedere in aereo e non dovrai stressarti per i controlli di sicurezza.
Perciò, se in futuro avrai l’occasione di organizzare un viaggio a Francoforte, Friburgo, Mannheim, Ringsheim o Karlsrhue e non avrai troppa fretta di arrivare a destinazione, prendi in considerazione l’Eurocity. Ti assicuro che ne varrà la pena.
E tu hai mai viaggiato sull’Eurocity da Milano a Francoforte? Raccontami la tua esperienza lasciando un commento.
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2 comments
Ciao Francesca, mi hai fatto venire voglia di prendere il treno quanto più possibile nei prossimi viaggetti fuori porta.
Ciao Rossella,
sono molto contenta, lo spirito del blog è proprio questo 🙂