Non tutte le ragazze vogliono vestiti e gioielli per il loro compleanno, come ci dimostra il racconto interrail di Arianna del blog DrittoxDritto
Ognuno ha i propri desideri e le proprie passioni, che, in quanto personali, possono essere anche molto diversi dal sentire comune.
Ce lo dimostra benissimo la nuova protagonista della rubrica dedicata ai racconti di viaggio interrail, ossia Arianna del blog DrittoxDritto. In un’epoca in cui gioielli e altri beni materiali sono considerati il dono più ambito da una signorina che sta per affacciarsi alla vita adulta, lei ha scelto di regalarsi un’esperienza che l’avrebbe accompagnata per sempre.
Lascio quindi a lei la parola, così che possa raccontare nel dettaglio i motivi che l’hanno spinta a prendere questa decisione e il meraviglioso viaggio che ne è conseguito.
Come è nata l’idea di fare un interrail?
Il mio viaggio in Interrail in Europa è nato grazie ad una mia cara amica di Bologna, che aveva provato questa esperienza un paio di anni prima; io mi innamorai di questo tipo di viaggio fin da subito. Sono nata e cresciuta in Sicilia, era l’estate dell’anno 2000 e avrei compiuto a breve i fatidici diciotto anni.
In occasione dei festeggiamenti collegati al passaggio alla maggiore età le ragazze ricevevano solitamente gioielli ed affini da amici e parenti. Questo tipo di oggetti non hanno mai attirato particolarmente la mia attenzione e mi prodigai pertanto a spiegare a tutti il mio punto di vista, ossia “quando sarò anziana vorrò ricordare quello che ho vissuto, non quello che ho avuto”.
Spiegai a tutti il mio progetto e cercai di far comprendere loro che non tutti/e avevamo gli stessi desideri e che ognuno di loro avrebbe avuto invece la possibilità di contribuire a farmi vivere un’esperienza unica, che avrei portato nel cuore tutta la vita. Questo per me valeva più di qualsiasi quantità di oro che avrei potuto ricevere.
Devo dire che il mio discorso sortì l’effetto desiderato e quasi nessuno mi regalò gioielli, ma una quota in denaro che mi permise di acquistare il biglietto Interrail e di pagare l’intero viaggio (il mio padrino e la mia madrina di battesimo in primis).
Devo ringraziare mille e più volte i miei genitori per la fiducia che hanno riposto in me poiché fui l’unica ragazza ad avere l’autorizzazione a partire. Non so oggi, ma all’epoca nessuna delle mie amiche e compagne di liceo ebbe la mia stessa fortuna, al contrario dei maschietti.
Il viaggio in Interrail mi rapì subito il cuore perché avevo un bisogno viscerale di andare oltre i confini italiani, di vedere con i miei occhi monumenti come la torre Eiffel e di assaporare la vita in altri contesti.
Questa tipologia di viaggio si sposava inoltre con l’estrema libertà di poter gestire le mete anche durante il viaggio stesso, senza bisogno di troppa programmazione, perché il biglietto unico permetteva di poter salire su qualsiasi treno (escluso le compagnie private).
L’ultimo aspetto da non sottovalutare è che provenivo da una bellissima esperienza di scoutismo e quindi adoravo il campeggio che ben si sposava con il budget a disposizione.
LEGGI ANCHE COME SFRUTTARE I VIAGGI NEL PAESE DI RESIDENZA CON INTERRAIL
Quali paesi hai visitato e qual è stato il tuo itinerario?
La scelta di viaggiare in Francia, Olanda e Belgio è stata fatta per esclusione. La Spagna era una cultura, dal mio punto di vista dell’epoca, troppo vicina a quella italiana, la Gran Bretagna e l’Irlanda erano già state mete di un soggiorno studio della lingua inglese e gli altri paesi in lizza erano un po’ troppo freddi o poco interessanti per i miei gusti.
Ovviamente questo era il mio pensiero dell’epoca, e solo con l’età avrei iniziato ad apprezzare qualsiasi tipo di viaggio in qualsiasi piccola località terrestre.
Il viaggio è durato circa un mese e la prima meta è stata l’Olanda, nello specifico la città di Amsterdam. Appena arrivata al campeggio già non vedevo l’ora di andare in centro città per visitare tutti i monumenti in lista che avevo già cerchiato sulla mappa cartacea della città.
Ovviamente nell’anno 2000 possedevo un semplicissimo cellulare che poteva solo chiamare ed inviare SMS, niente internet e soprattutto niente navigatore.
Ero talmente entusiasta di poter visitare Amsterdam, il Museo Van Gogh, il quartiere a luci rosse, il mercato dei tulipani, ecc. che una delle scene più belle e divertenti di tutto il viaggio (che ancora i miei compagni di viaggio mi rinfacciano) fu quando in campeggio si avvicinarono a me due ragazzi chiedendomi una cartina. Io, tutta contenta di poter essere da un lato utile e dall’altro avere la possibilità di condividere l’itinerario di viaggio, tirai subito fuori dalla borsa la mia bellissima mappa piena di luoghi da visitare cerchiati.
Ovviamente questi due ragazzi mi avevano chiesto un altro tipo di cartina ed il loro sguardo fu un misto tra l’incredulo e l’irritato.
A parte questo episodio da vera sciroccata, l’esperienza di Amsterdam è stata fenomenale. Poter ammirare dal vivo certe opere d’arte studiate sui libri e poter vedere con i miei occhi una realtà così aperta, progressista, multiculturale e così diversa dalla mia Sicilia, mi aprì la mente e l’anima alle potenzialità che un viaggio può avere.
Altre mete che ricordo di una bellezza disarmante sono state la cittadella fortificata di Carcassonne, e le bellissime città belghe di Gant e Bruges. Credo che mi abbiamo colpito particolarmente per via del forte contrasto con l’architettura barocca e con i colori chiari a cui ero tanto abituata.
Ricordo che la città di Parigi non mi lasciò particolari ricordi, forse perché era una città con scorci troppo conosciuti, o forse perché è stata l’ultima meta di questo bellissimo viaggio e la malinconia aveva già iniziato a sopraggiungere.
Cosa hai imparato da questa esperienza?
Un’esperienza come quella dell’Interrail dovrebbe collocarsi proprio nell’età che va dai diciassette ai vent’anni. La possibilità di avere tempo a disposizione per un viaggio simile credo di possa avere solo prima del periodo universitario e bisogna approfittarne.
Le ragazze prima di tutto dovrebbero cogliere al balzo questa opportunità e i loro genitori dovrebbero a loro volta allentare le redini e concedere fiducia sia a loro che al mondo. Questi ultimi saranno ripagati da una gratitudine estrema per aver dato la possibilità ai figli di vivere un’esperienza di vita più che di viaggio. Non c’è niente di cui aver paura se si viaggi in compagnia di amici ed amiche fidati.
Questo tipo di viaggio insegna molto sia dal punto di vista dell’organizzazione degli spostamenti che del rispetto delle regole e delle usanze di luoghi diversi dai nostri. Se l’esperienza è accompagnata da soggiorni in campeggio o in ostello, insegna anche il rispetto per i luoghi del comune abitare e ad autogestire le proprie necessità.
Un viaggio in Interrail inoltre favorisce lo scambio culturale e l’amicizia con altri viaggiatori, oltre che essere una palestra per l’utilizzo delle lingue straniere.
Ma questo tipo di viaggio non è adatto a tutti. Non è adatto a persone che vogliono tutto e subito, o a quelle persone che vogliono solo fare una foto in luoghi must visit e pubblicarla in rete. Il viaggio in Interrail è adatto a chi sa viaggiare con lentezza o vuole provare a farlo.
Un viaggio così lungo in treno per l’Europa permette di vedere scorrere i paesaggi e i volti e dà la possibilità di vedere luoghi spesso nascosti agli occhi dei turisti comuni.
Pensiamo per esempio alle periferie, alle zone industriali, ai piccoli paesi fuori dalle grandi città dove si svolge la vita quotidiana di tanti pendolari che prendono quello stesso treno tutti i giorni. Persino in auto, i lunghi viaggi in autostrada non permettono lo stesso contatto con i luoghi e le persone.
Non tutti abbiamo la stessa capacità e voglia di perderci con lo sguardo fuori dal finestrino quindi, come in ogni cosa, ognuno deve sempre seguire le proprie attitudini.
Questa era l’esperienza di Arianna e del bellissimo viaggio che ha voluto regalarsi per i suoi diciotto anni. Sono sicura che la sua storia potrà essere d’ispirazione a tutte le ragazze che si rivedono più nel ruolo di esploratrici e non di principesse 😉
Ogni commento o feedback sulla rubrica è sempre ben accetto, anzi il box in fondo all’articolo aspetta solo te! A presto!