Tre amici, sei paesi e un mese di tempo per esplorarli insieme: il racconto del viaggio interrail di Marina del blog Maraina in Viaggio
Come ogni mese, ritorna la mia affezionatissima rubrica sui racconti di viaggio interrail.
Oggi lascio la parola a Marina, autrice del blog Maraina in viaggio, che ci parlerà del suo indimenticabile on the rail di un mese in Europa assieme agli amici.
Il suo viaggio risale ormai a diversi anni fa, ma il racconto della sua esperienza e le sue considerazioni finali sono assolutamente attuali e incarnano in pieno lo spirito con cui questo viaggio andrebbe affrontato. Se sei curioso, ti lascio alla lettura 😉
Come è nata l’idea di fare un interrail?
Quando sono partita per l’Interrail avevo la bella età di ventidue anni. Era l’ormai lontano 2003, quando ancora gli smartphone non esistevano e anche le fotocamere digitali erano poco diffuse. Andai in giro per l’Europa con una macchina fotografica a rullino e scattai soltanto tre rullini da trentasei: impensabile al giorno d’oggi!
Mi propose il viaggio un ragazzo brasiliano, un carissimo amico di nome Fernando che era venuto in Italia, a Genova, a fare una sorta di Erasmus alla facoltà di architettura. Lui convinse me e una delle mie compagne di scuola, la Ila, a partire. Cioè, noi due ci convinse subito. I nostri genitori furono ben più difficili da persuadere.
Non era cosa da poco in effetti: né io né lei avevamo mai fatto viaggi all’estero, men che meno da sole, e prendere e partire, affrontare così il mondo esterno senza alcuna preparazione li spaventava a morte. Ci salvò il fatto che entrambe eravamo due ragazze con la testa sulle spalle, e che Fernando era persona davvero irreprensibile. Un uomo (un ragazzo, meglio) al nostro fianco avrebbe fatto comodo. Così partimmo, nel torrido agosto del 2003.
Già all’epoca mi piaceva scrivere. Già all’epoca sapevo che avrei compiuto un’impresa eccezionale. Durante il viaggio scrissi giorno per giorno un diario; tornata a casa confezionai un quaderno bellissimo, in cui alternai alle parti scritte le fotografie, gli scontrini, i biglietti e quant’altro. Quel quaderno viene sempre con me, mi ha seguito in tutti i miei traslochi. È il papà del mio futuro travel blog Maraina in viaggio.
Quali paesi hai visitato e qual è stato il tuo itinerario?
In realtà l’itinerario non lo scelsi io, lo fece Fernando: per me era tutto nuovo, mentre lui sentiva l’esigenza di dover girare quanto più possibile l’Europa prima di tornare definitivamente in Brasile (in realtà poi sarebbe tornato altre volte in Italia e non solo, ma all’epoca non poteva saperlo).
Scegliemmo di toccare le capitali europee Vienna, Berlino, Amsterdam, Parigi, Madrid. Da qui saremmo stati per una settimana ospiti di un compagno di casa di Erasmus di Fernando, tale Daniel, portoghese, il quale ci avrebbe messo a disposizione la sua casa al mare, a Nazaré; poi avremmo proseguito tornando verso la Spagna passando da Siviglia, Granada (in una notte), Barcellona. Infine il rientro. Non male, in un mese, eh?
All’epoca il biglietto Interrail era distinto per zone sulla base delle nazioni che si toccavano. Noi facemmo il biglietto per tre zone, il più ampio e più lungo (quello che ora è il biglietto Interrail Global Pass). Con l’eccezione della Spagna, dove già all’epoca bisognava prenotare il posto sul treno, per cui bisognava pagare un sovrapprezzo, in tutte le altre nazioni ci bastò il biglietto Interrail base.
Spesso viaggiammo di notte, per ottimizzare i tempi e per risparmiare sulle spese di alloggio. In quel viaggio ho imparato a dormire in treno, devo dirlo!
Quando invece ci fermavamo per una o due notti in una capitale europea allora cercavamo un ostello tra quelli garantiti, che costavano magari un pochino di più, ma ci davano la sicurezza di poter dormire con tranquillità, magari in una stanza solo per noi. Giravano troppe storie di furti nelle camerate degli ostelli di mezza Europa, per cui questa era la condizione che ci avevano messo i nostri genitori. E devo dire che anche noi eravamo comunque più tranquilli.
A Madrid, a Siviglia e in Portogallo invece fummo ospitati da ragazzi che a loro volta avevano fatto l’Erasmus a Genova e che avevamo conosciuto poco prima di partire.
Lo rifarei? Oh sì, lo rifarei, tappa per tappa, treno per treno.
Chi mi conosceva all’epoca non avrebbe scommesso una lira sulla mia voglia di partire e sulla mia capacità di adattarmi alle situazioni più disparate, in contesti in cui anche la lingua è diversa (e io all’epoca conoscevo il francese e basta, l’inglese l’ho appreso – poco – solo in seguito).
Cosa hai imparato da questa esperienza?
Innanzitutto l’Interrail è un’esperienza che va fatta da giovani. E che va fatta. Per me è stata il battesimo del viaggio, l’ingresso vero e proprio nella vita adulta, potrei dire. Certo, bisogna esserci portati: chi vuole viaggiare con tutti gli agi e con la valigia piena di ogni cosa può scegliere un’altra tipologia di viaggio.
L’Interrail è senza dubbio faticoso e necessita di una buona dose di arte d’arrangiarsi e di capacità di affrontare le varie situazioni in maniera anche spartana. Ma dà davvero tante emozioni e soddisfazioni. Ed è un viaggio che non si dimentica.
Eheh… Avevo conosciuto Daniel già a Genova: era anche lui in Erasmus e viveva con Fernando. Già in Italia avevo avuto sentore di piacergli. Fu lui che ci propose di passare una settimana al mare da lui in Portogallo. L’ospitalità non si rifiuta mai, del resto.
Fu una storia breve ma intensa, una roba da film come tutte le ragazze sognano di vivere: l’avventura col ragazzo straniero in vacanza, l’emozione di un “Je t’aime” sussurrato nell’orecchio al tramonto, la disperazione quando sai che il giorno dopo dovrai partire e non lo vedrai mai più.
Ci siamo sentiti ancora per qualche tempo, saltuariamente e sempre meno. Ognuno s’è fatto la sua vita, com’è giusto che sia. Io ricordo sempre con grande piacere quella breve storia d’amore. Mi piace pensare che anche per lui sia così.
Questa era l’esperienza di Marina e del suo fantastico interrail di un mese in Europa. Spero che la sua storia ti abbia dato la giusta carica per partire per la tua avventura.
Ci aggiorniamo il mese prossimo con un nuovo racconto di viaggio!